P. Calamandrei, dal Discorso tenuto alla Società Umanitaria di Milano in occasione di
un ciclo di conferenze sulla Costituzione, organizzato da un gruppo di studenti, 11
febbraio 1950

 

“Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue”

“A questo deve servire la democrazia, permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di
sole e di dignità. Ma questo può farlo soltanto la scuola, la quale è il complemento necessario
del suffragio universale. La scuola, che ha proprio questo carattere in alto senso politico,
perché solo essa può aiutare a scegliere, essa sola può aiutare a creare le persone degne di
essere scelte, che affiorino da tutti i ceti sociali”.

“E poi c’è un altro pericolo forse anche più grave. È il pericolo del disfacimento morale della
scuola. Questo senso di sfiducia, di cinismo, più che di scetticismo che si va diffondendo nella
scuola, specialmente tra i giovani, è molto significativo. È il tramonto di quelle idee della
vecchia scuola di Gaetano Salvemini, di Augusto Monti: la serietà, la precisione, l’onestà, la
puntualità. Queste idee semplici. Il fare il proprio dovere, il fare lezione. E che la scuola sia una
scuola del carattere, formatrice di coscienze, formatrice di persone oneste e leali. Si va
diffondendo l’idea che tutto questo è superato, che non vale più. Oggi valgono appoggi,
raccomandazioni, tessere di un partito o di una parrocchia. La religione che è in sé una cosa
seria, forse la cosa più seria, perché la cosa più seria della vita è la morte, diventa uno
spregevole pretesto per fare i propri affari”.

 

Il testo completo del discorso di Piero Calamandrei

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